Che cosa è arcobaleno? Non solo un fenomeno fisico/ottico e meteorologico, ma un argomento di studi approfonditi nei secoli da parte di storici filosofi, poeti artisti, etnologi e scienziati. L’arcobaleno è composto da 7 colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto. Questi però sono i colori che è in grado di percepire l’occhio umano, quindi è corretto affermare che noi siamo in grado di vedere 7 colori nell’arco ma in realtà lo spettro cromatico degli arcobaleni è molto più ampio! Basti pensare che i 7 colori dell’arcobaleno che vediamo noi non sono assolutamente netti: tra un fascio cromatico e l’altro ci sono delle sfumature che i nostri occhi non sono in grado di distinguere ma che nella realtà esistono eccome.
Il filosofo greco Alessandro di Afrodisia nel II-III secolo descrive il fenomeno che si verifica quando si hanno due archi di arcobaleno: la zona di cielo al di sotto dell'arco principale, l'inferiore, appare più luminosa di quella al di sopra. Si pensa che sia stato l'astronomo persiano Qutb al-Din al-Shirazi (1236–1311), o forse il suo allievo Kamal al-din al-Farisi (1260–1320), ad aver dato per primi una descrizione abbastanza accurata del fenomeno dell'arcobaleno.
Nella Bibbia, l’arcobaleno è un simbolo del Patto di alleanza tra Dio e l’uomo. Dopo il diluvio universale, fu la promessa di Dio a Noè che non avrebbe mai più inondato l’intera Terra. Per la filosofia buddista, l’arcobaleno è la scala con la quale Buddha ridiscende dal cielo. Anche in Cina l’arcobaleno assume un significato: l’insieme dei suoi colori rappresenta l’unione dello yin e dello yang, l’armonia dell’universo e della sua fecondità.
Nella mitologia del nord l’arcobaleno è bifrost, il ponte che connette il mondo dei morti e quello dei vivi. In realtà sono tante le culture, anche distanti, che vi hanno visto un collegamento tra cielo e terra: per i greci l’arcobaleno era Iris, (o Iride), la messaggera degli dei. Nell'antica religione indù dell'epoca vedica, l’arcobaleno è invece l’arco di Indra, dio dell'atmosfera e della pioggia.
Come abbiamo detto si tratta di un fenomeno ottico, l’arcobaleno non ha mai lo stesso aspetto per tutti coloro che lo osservano. Tutto dipende infatti dalla prospettiva: gli angoli di rifrazione cambiano a seconda del punto dal quale noi stiamo osservando il fenomeno, quindi una persona che si trova ad ammirarlo da un’altra posizione lo vedrà differente. Questo per quanto riguarda la forma: i colori invece che l’occhio umano è in grado di percepire variano da persona a persona. La vista infatti non è sempre identica ed ognuno di noi può percepire delle piccole variazioni cromatiche.
L'arcobaleno è il simbolo LGBT (comunità di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender) più conosciuto al mondo. Il design originale aveva otto colori, ognuno con il suo significato (il rosso per esempio indicava la vita e il verde l’amore per la natura). Poi per motivi pratici i colori sono diventati 6: la tintura rosa era troppo costosa, e il blu e il turchese si sono "fusi" nel blu. A chi gli chiese perché proprio l’arcobaleno, Baker rispose: “A lungo siamo stati identificati col il triangolo rosa che ci avevavo affibbiato i nazisti. Ma questo simbolo era figlio di un mondo orribile. Avevamo bisogno di qualcosa di bello. L’arcobaleno è perfetto perché si adatta davvero alla nostra diversità in termini di etnia, genere, età e altro”. In seguito si è diffusa una bandiera della pace che le somiglia molto, la differenza è nei colori: 7 nella bandiera della pace, 6 in quella LGBT. Poi sulla bandiera della pace è impressa la scritta "pace".
Ovunque nel mondo, da mesi milioni di arcobaleni - disegnati più o meno bene con maestria e consapevolezza del segno, o con tratto incerto ma spontaneo tipico dei bambini - campeggiano su portoni e finestre, balconi e terrazze, angoli di strada e vetrine di negozi chiusi. Arcobaleno è simbolo di speranza che tutto finisca presto, che la scienza trovi prima possibile il vaccino anti Covid19, che si possa tornare alla vita di prima – ma sarà possibile ciò? Sarà veramente tutto come prima? Noi accettiamo il cambiamento che inevitabilmente segna il cammino dell’uomo dopo una pandemia come questa. E in fondo al cuore però speriamo di rinascere a una vita, sì mutata, ma migliore!